Avvocato

In un periodo in cui la tutela legale ha sempre più importanza, scegliere l’avvocato giusto è fondamentale. Valutato che in italia abbiamo poco meno di 250 mila professionisti nell’ambito legale, optare per un giovane principe del foro o un esperto del mestiere (ma oramai un po’ anziano) è una cosa che ai più può comportare qualche difficoltà. Oltre a ciò si aggiunge la necessità di reperire da subito informazioni sul profilo professionale dell’avvocato in maniera tale da affidarsi ad un soggetto preparato e competente. Come fare per scegliere l’avvocato giusto e quale tipologia di legale farà al caso nostro?

A cosa ci serve l’avvocato?

Il primo passo da compiere per scegliere l’avvocato giusto è quello di capire a cosa ci serve. Abbiamo problemi in famiglia? Siamo indagati in qualche procedimento penale? Oppure vogliamo difenderci da una cartella esattoriale che reputiamo ingiusta? Molti non lo sanno, ma gli avvocati possono specializzarsi in non più di due settori che vanno dal diritto bancario al diritto delle assicurazioni, dal diritto di famiglia al diritto penale, per giungere ad ambiti più inusuali, come la proprietà intellettuale, il diritto dell’Unione Europea, il diritto all’informatica e molto altro ancora. I settori di specializzazione riconosciuti dalla legge sono 18 e consentono a chi diventa avvocato di dedicarsi ad un comparto per fornire un servizio migliore e peculiare, insomma, su misura. Inoltre un avvocato può servire non solo per la difesa in giudizio o per intentare causa a qualcuno. Un avvocato potrebbe tornare utile per diverse ragioni, fra cui:

  • La redazione e la stesura di un contratto (pensiamo ad un’azienda che deve stipulare contratti di fornitura, di concessione o di franchising);
  • La consulenza per una particolare situazione;
  • L’assistenza e la collaborazione per un’attività lavorativa (è il caso di un avvocato che lavora per un’impresa, una banca, una compagnia di assicurazione);
  • Per chiedere informazioni, analizzare o interpretare dei documenti, ottenere un consiglio in merito ad una circostanza.

Ragion per cui, prima di scegliere l’avvocato giusto è buona norma chiedersi a cosa ci serve: solo così possiamo procedere con la prima scrematura dei circa 250 mila avvocati italiani!!!

Come ottenere informazioni su un avvocato?

Ai tempi dei nostri nonni valeva la regola del passaparola. L’avvocato giusto non era quello che sapeva accontentare le richieste dei clienti. No! II miglior legale era sulla bocca di tutti e godeva di una nomea (oggi parleremo di popolarità) alla stregua di un influencer moderno. Certo. Uno la reputazione se la costruisce passo dopo passo, ma è anche vero che spesso, ad avere la meglio, erano gli avvocati di generazione, ossia quelli la cui famiglia (oramai da secoli) tramandava di padre in figlio il mestiere del legale.

Attualmente per fortuna è possibile ottenere informazioni semplicemente con un clic e sono tante le piattaforme specializzate nel settore legale che ospitano avvocati. Costoro collaborano mediante la stesura di articoli, con consulenze online e anche attraverso informazioni scritte sotto forma di post per blog, per ottenere feedback con i potenziali clienti e farsi conoscere sul mercato.

Come sapere se una persona è avvocato?

Scegliere l’avvocato giusto non significa solo trovare la persona adatta alle nostre esigenze. Quello che può succedere (e succede non di rado) è trovarsi di fronte ad una persona che è competente e capace, ma non ha le qualifiche necessarie per difenderci. Per fare l’avvocato non basta solo avere una laurea in giurisprudenza, fare pratica per un paio di anni in uno studio legale e superare l’esame di abilitazione. C’è uno step ulteriore, costoso ma fondamentale, che consente di esercitare la professione legale: l’iscrizione all’albo. Spesso capita, infatti, che un
professionista abbia tutti i requisiti necessari, tranne quello dell’iscrizione, vuoi perché attende la conclusione dell’anno per mettersi in regola con le tasse e l’assicurazione, vuoi
perché avrà le sue ragioni per posticipare il tutto. Pur potendo fornire consulenza (questa attività non richiede l’iscrizione, ma neanche l’abilitazione), il professionista non
abilitato non può:

  1. Difendere in giudizio il cliente (e, quindi, firmare tutti gli atti inerenti ad un processo);
  2. Farsi chiamare avvocato.

La legge individua sanzioni anche pesanti nei confronti di chi esercita abusivamente la professione. Per sapere se un legale è abilitato basta digitare il cognome ed il nome nell’apposita sezione del sito internet dell’ordine degli avvocati di provincia. Qualora il professionista fosse un finto avvocato, non comparirà alcun risultato, mentre se fosse praticante abilitato, tale menzione apparirà nella sezione personale.

Chi è l’avvocato giusto?

L’avvocato giusto è colui in grado di risolvere il nostro problema in maniera professionale e senza pretendere troppi soldi. Un mito da sfatare è quello che l’avvocato è la persona che ci farà vincere una causa: in un processo (che sia penale, civile, amministrativo, tributario) c’è sempre chi ha ragione e chi ha torto. Se fin dall’inizio sappiamo di essere in errore, un legale dovrà fare in modo che eventuali sanzioni, pene o provvedimenti del giudice saranno proporzionali e risponderanno al criterio dell’equità. Insomma deve garantirci la giusta applicazione della legge evitando che il giudice prenda troppo in considerazione le tesi della controparte.

Siamo soliti pensare alla figura dell’avvocato come a qualcuno in grado di prevalere su tutto e quando perdiamo una causa attribuiamo la colpa direttamente al legale. Così non è, perché la legge è talmente contorta e ricca di colpi di scena che potrebbe giocare brutti scherzi quando meno lo immaginiamo.

L’avvocato giusto fin dall’inizio ci dirà come stanno le cose, consigliandoci la migliore strategia per ridurre al minimo eventuali rischi. E qualora ci servisse un avvocato per una consulenza, il professionista ideale dovrà prospettarci tutti gli scenari possibili, utilizzando un linguaggio che possa essere capito da chiunque e mettendoci in guardia su eventuali retroscena.

Quanto costa un avvocato?

Il costo della parcella di un avvocato varia a seconda del servizio richiesto. Si va da un minimo di 30 euro per una consulenza legale online fino anche a 500, mille euro per la stesura di un contratto particolare. Per la difesa in giudizio esistono delle tariffe che possono cambiare a seconda del tipo di causa intentata, ma una cosa appare certa: quello che chiede un avvocato per procedere ad un contenzioso non sono i soldi che andrà ad incassare per le spese personali.

Esiste una prassi, secondo cui chi si appella ad un giudice deve pagare anche le relative spese del giudizio, che attualmente assumono il nome di Contributo Unificato. Si tratta di tasse e di diritti (che partono da un minimo di poco meno di 50 euro per arrivare anche a parecchie migliaia di euro) che andranno versati entro un certo termine. L’avvocato, di solito, si paga a conclusione del processo e, negli altri casi, prima o dopo a seconda se trattasi di attività di consulenza. Ragion per cui quando ci rivolgiamo ad un avvocato e costui ci chiede soldi per procedere con una causa, non pensiamo ad un’estorsione ingiusta fatta dal professionista!

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