In un contesto socio economico difficile come quello attuale ed in un mondo finanziario in continua evoluzione, è sempre più complicato, per i risparmiatori, districarsi fra le pieghe di strumenti finanziari sempre più complessi. Il perdurare della situazione di crisi che ha investito gli istituti di credito e l’attuale scenario di tassi attivi sempre più prossimo allo zero, ha fortemente depauperato la liquidità bancaria. La drastica riduzione della forbice tra tassi attivi e passivi ha ridotto sensibilmente gli utili degli istituti di credito (e non solo).
In conseguenza di tutto ciò e poiché le banche non sono enti privi di lucro, ma debbono corrispondere sostanziosi utili ai loro soci, gli istituti di credito e le società prodotto hanno catapultato sul mercato importanti quantità di nuovi strumenti finanziari sempre più complicati. Nel corso del tempo, dunque, i risparmiatori si sono trovati sempre più sconcertati davanti ad una situazione del tutto nuova ed hanno dovuto prendere coscienza di concetti nuovi come la propensione al rischio e la volatilità dei portafogli finanziari.
Al cospetto di tassi attivi irrisori che contrastano apertamente con le abitudini di gestione del portafoglio maturate dagli italiani nel corso degli anni, i risparmiatori si sono trovati ad affrontare degli scenari finanziari inaspettati.
La cultura finanziaria media in Italia, poi, non ha aiutato all’evoluzione del risparmiatore che si è sentito tradito dalle istituzioni e dal mercato; lo scotto pagato da chi, per anni, ha investito in titoli di stato o buoni postali è stato pesantissimo. In molti hanno cominciato a guardarsi intorno alla ricerca di una figura professionale in grado di offrire consulenza nel ramo finanziario; se anche voi non rientrate nella cerchia ristretta di tutti coloro i quali si sono lanciati verso il fai da te, vi invitiamo ad approfondire il discorso per trovare il consulente finanziario giusto per le vostre esigenze.
Chi è il consulente finanziario
Già il tentativo di dare una definizione univoca al concetto di consulente finanziario si scontra con una realtà ben diversa. Oggi un risparmiatore che volesse investire delle disponibilità in strumenti finanziari, avrebbe sostanzialmente 3 possibilità diverse:
- Rivolgersi ad un dipendente del proprio istituto di credito addetto al servizio investimenti;
- Avvalersi dell’operato di un promotore finanziario;
- Seguire i consigli del proprio consulente finanziario indipendente.
Una quarta figura professionale è in grado di offrire servizio di consulenza sugli strumenti finanziari ed è l’agente assicurativo, ma in questo caso la storia cambia leggermente per la natura dei prodotti che può offrire e per la competenza generale della figura professionale.
Il primo bivio che accoglie il risparmiatore indeciso, dunque, riguarda proprio la scelta sulla natura del professionista dal quale si desidera ricevere consulenza ed assistenza. Superati gli stereotipi del caso, è necessario valutare, nel dettaglio, quali tipi di strumenti finanziari le tre figure professionali posso proporre al risparmiatore indeciso:
- Il dipendente della banca (o dello sportello postale di fiducia) è legato al proprio datore di lavoro da un contratto di lavoro subordinato; per questo motivo è tenuto ad agire in base alle direttive dell’istituto per il quale lavora e, talvolta, secondo la propria coscienza. Gli strumenti finanziari a sua disposizione sono, per lo più prodotti di casa o consigliati dalla casa. Il suo corrispettivo economico è fisso e non varia in relazione ai prodotti collocati (salvo qualche piccolo incentivo).
- Il promotore finanziario, invece, agisce in qualità di agente mono mandatario per conto di un’unica società alla quale non è legato da un contratto di lavoro subordinato. La gamma di strumenti finanziari a sua disposizione è molto più ampia ed è costituita da tutti quei prodotti che la sua società può collocare. Il suo compenso economico è costituita dalla retrocessione percentuale delle commissioni che le case prodotto pagano ai distributori; per questo motivo un promotore potrebbe non avere la libertà intellettuale di consigliare un prodotto perché adeguato o redditizio, ma essere spinto a proporre uno strumento finanziario poiché provvisto di commissioni di retrocessione più alte.
- Il consulente finanziario indipendente, invece, può essere considerato una sorta di free lance della finanza; si tratta di un professionista non legato ad alcun intermediario, ma che opera prestando consulenza su tutti i servizi finanziari disponibili sul mercato. Al pari di un avvocato o di un ingegnere, il consulente finanziario indipendente emette parcella al proprio cliente che ne sostiene in modo trasparente i costi.
Non esiste una risposta giusta al primo quesito; ogni figura professionale può essere egualmente valida per il risparmiatore purché questi prenda coscienza di come il consulente finanziario che lo segue operi e in quale conflitto di interesse si trova ad agire. Una volta effettuata la prima scelta, passiamo a valutare quali caratteristiche dovrebbe avere un buon consulente finanziario.
Le caratteristiche di un buon consulente finanziario
L’importanza dell’ascolto
Un buon consulente finanziario dovrebbe partire dall’analisi dei vostri bisogni, della vostra propensione al rischio, dagli obiettivi temporali che vi proponete e dalla vostra predisposizione d’animo ad affrontare le fasi di turbolenza sui mercati. Un buon professionista dovrebbe farvi molte domande, non perché sia particolarmente curioso, ma poiché le risposte gli sono indispensabili per pianificare il proprio lavoro per il raggiungimento dei vostri obiettivi. Solo chi è in grado di creare un rapporto di mutua collaborazione con il proprio cliente può essere ritenuto affidabile; solo chi fa propri gli obiettivi del cliente è in grado di raggiungerli.
L’importanza della chiarezza e della trasparenza
Un professionista serio parla chiaramente non lesinando spiegazioni aggiuntive ed esponendo in modo trasparente i costi di ogni strumento finanziario. Diffidate di chi parla per luoghi comuni e frasi fatte; diffidate di chi vi vende una performance di rendimento e guardate con sospetto chi insiste troppo su un prodotto 0 vi mette una fretta eccessiva. Un buon consulente finanziario non propone di rivoluzionare continuamente l’asset di portafoglio; quando si stabilisce una strategia di azione da valutare in una arco temporale corretto, non è necessario operare continue compravendite di strumenti finanziari che si trasformano esclusivamente in un aggravio di costi a meno che non sia degli speculatori.
Fidarsi delle referenze
Se siete alla ricerca del consulente giusto, fatevi guidare da una referenza positiva; se un vostro amico o conoscente è soddisfatto del proprio interlocutore e non esita a consigliarvelo, accettate il consiglio e incontratelo. Non è detto che sia la persona giusta per voi, ma un giudizio positivo è già un buon punto di partenza.
L’importanza della condivisione
Diffidate dei consulenti che accentrano nelle loro mani il potere decisionale; un buon asset di portafoglio è una condivisione continua di intenti che vanno continuamente valutati insieme. Apprezzate la disponibilità del consulente ed il tempo che vi dedica magari anche oltre le ore normali di lavoro.
L’importanza della fiducia
Sembrerà banale, ma non lo è. Un buon consulente è quello che merita la vostra fiducia giorno dopo giorno per la sua correttezza e la sua trasparenza. Ricordate, però, che la fiducia non percorre un binario in senso univoco; anche il consulente deve avere fiducia nella vostra integrità per operare sempre libero intellettualmente e scevro da condizionamenti psicologici o di sudditanza.