Meglio influencer che meccanici: così i giovani italiani

La nuova generazione, a quanto pare, non ha alcuna voglia di sporcarsi le mani nel mondo del lavoro. Una ricerca condotta dalla nota agenzia di comunicazione e di relazioni pubbliche, Klaus Davi & Co [1] evidenzia come nella fascia di età compresa tra i 18 e i 25 anni, non ci sia molta passione per i mestieri umili. Questi lavori manuali sono considerati mestieri da immigrato. Su un campione di 656 giovani intervistati, appena il 23% si dichiara disponibile a lavorare in officina come meccanico. Da notare che in questa percentuale, la maggior parte è costituita da ragazzi provenienti dal Mezzogiorno. 53 giovani su 100, invece, snobbano questa professione, dichiarando di preferirne altre, in quanto ci si sporca le mani. Sempre tra i giovani appartenenti al campione, il 63% dichiara di non avere alcuna intenzione di lavorare come meccanico. Il motivo? Trattasi di una professione pericolosa.

Tuttavia, le sorprese in questa ricerca non finiscono qui: 28 giovani su 100 ammettono candidamente di non voler svolgere questo mestiere per la vergogna che proverebbero nei dichiarare agli amici ed ai parenti di essere stati assunti presso un’officina. Il 17% degli intervistati, facenti parte del campione, definisce il meccanico come un lavoro più adatto agli immigrati. Infine, il 2% dei ragazzi che hanno preso parte a questo studio, è dell’idea che fare il meccanico a lungo andare porti all’impotenza. Per quale motivo, non si sa.

Perchè i giovani snobbano un lavoro così richiesto?

Nonostante in italia la professione del meccanico sia retribuita alquanto bene (anche se decisamente meno rispetto a Francia e Germania), è un dato di fatto che i giovani siano piuttosto restii nel considerare questa professione come il lavoro dei loro sogni. E il suddetto discorso non è valevole soltanto nella casistica del meccanico, ma anche per ciò che conceme le professioni manuali in generale. Franco Fenoglio, presidente dell’Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri (UNRAE) e ItalScania, è dell’idea che questa carenza di candidature nel mondo di chi aggiusta le quattro e le due ruote è imputabile ai genitori. In una società sempre più dominata dalle apparenze, si preferisce vedere i figli ricoprire altri incarichi, dall’avvocato al medico, dal dirigente d’impresa all’architetto, dall’ingegnere al fiscalista, o come dipendenti pubblici. Il mestiere del meccanico, purtroppo, viene considerato nell’immaginario collettivo come un lavoro poco dignitoso. Eppure, spesso, questa professione si rivela anche più pagata delle altre precedentemente citate!
Per chi ripara autoveicoli, vi è la quasi certezza di trovare lavoro. Stando a quanto emerge dal Bollettino annuale Excelsior, nel 40% delle casistiche le officine non riescono a trovare meccanici qualificati. Per maggiori approfondimenti, si rimanda al progetto di Unioncamere e Anpal, consultabile al seguente link.

Il mestiere del meccanico è andato incontro ad una innovazione spinta

Tuttavia, occorre precisare che ci sono stati cambiamenti drastici nello svolgimento di alcuni lavori manuali. Il merito, a tal proposito, è imputabile all’avvento della tecnologia che al giorno d’oggi gioca un ruolo da protagonista. Fenoglio sottolinea giustamente che, onde evitare malintesi che circolano specie in Rete con una maggiore frequenza, vale la pena sottolineare come oggigiorno i meccanici siano arruolati presso officine 4.0, le quali mettono a disposizione tutta una serie di strumenti sofisticati di natura elettronica. Insieme a sistemi diagnostici, tecnologicamente davvero all’avanguardia.

La stessa cosa vale per chi lavora come magazziniere: il modo di gestire il magazzino all’interno di un’impresa, il modo con cui si segnano le merci in entrata e in uscita è totalmente diverso rispetto ad un anno fa. La movimentazione dei prodotti è controllata mediante software specifici. Spesso, oltre al pc, si utilizzano scanner di ultima generazione. Non a caso, spesso si parla non di magazziniere, ma di impiegato di magazzino.

Altri mestieri snobbati in Italia dai giovani

Altre professioni che i giovani tra i 18 e i 25 anni dichiarano di non prendere neanche lontanamente in considerazione sono il cameriere, il postino e la badante.
Sotto certi aspetti, la cosa, per quanto prevedibile, si rivela strana. ll cameriere resta sempre il lavoro per antonomasia con cui i giovani possono permettersi il lusso di mettere soldi da parte, magari per finanziarsi gli studi universitari oppure per evitare di chiedere sempre continuamente soldi ai loro genitori. Idem per la badante o per la baby-sitter Quello del postino, pol sarebbe, almeno in linea teorica, uno dei mestieri più sicuri e con meno incertezze in assoluto. E invece ne viene fuori che i giovani d’oggi non vogliono svolgere questi mestieri, risultato è che il 16% dei giovani intervistati asserisce che quello della badante così come quello del cameriere è un lavoro usurante che non farebbero per nulla al mondo.
Quali sono pertanto lavori più detestati in assoluto dalle nuove leve? L’operaio edile e l’operatore ecologico. Solo rispettivamente 8% ed il 12% dei giovani intervistati si dichiara disponibile a svolgere queste professioni, forse perché considerate meglio che restare disoccupati. Che dire poi dell’operaio agricolo che ogni giorno porta a termine mansioni massacranti? Solo il 3% si dichiara propenso a svolgere questo lavoro. Pollice in giù anche per il camionista e per il benzinaio che raccolgono appena il 4,5% ed il 6,5% dei feedback positivi. Il motivo del suddetto astio? Alzarsi presto di mattina, anche alle 4, diciamolo pure senza mezze misure, per i giovani nostrani è considerata cosa assai faticosa. E di straordinari e di lavorare al sabato o se necessario la domenica, neanche a parlarne. Nonostante una netta maggiorazione della paga.
Il 2% degli intervistati considera la professione di addetto alle pulizie come deprimente e logorante.

 

Ma quanto guadagna in Italia un meccanico?

Rispondere in modo definitivo ad un quesito come quello in oggetto risulta davvero impossibile, per tutta una serie di fattori che vanno dalle dimensioni dell’officina alla tipologia di cliente medio che si va a servire. Un conto come si può facilmente intuire, è mettere Ie mani su auto di lusso, un’altra cosa, d’altro canto, è lavorare solo su macchine ulilitarie. Poi c’è da dire che, come in tutte le professioni, anche il livello di esperienza e la gavetta maturata sul campo contribuiscono ad innalzare lo stipendio mensile. In linea di massima. diciamo pure che chi si avvicina al mondo delle riparazioni delle due 8 delle quattro ruote, in fase iniziale può avere uno stipendio mensile che va dai 1.200 ai 1.500 euro. Il discorso è diverso, invece, se si lavora in una delle già citate officine 4.0 o se si vanno ad aggiustare le cosiddette supercar. In questo caso, occorrono anche competenze avanzate. Ergo, lo stipendio mensile può salire vertiginosamente anche sfiorando i 3.000 euro mensili. In alcuni casi, poi, i 50.000 euro anni non sono un miraggio. Le possibilità di guadagnarli in un’officina 4.0, per i meccanici più in gamba, non mancano di certo.

Cosa dire delle prospettive di carriera per questa professione?

In linea di massima, quella del meccanico è una professione in cui le prospettive di fare carriera, a prescindere dalle dimensioni effettive dell’officina in cui si lavora, risultano complessivamente elevate. Nel giro di pochi anni, infatti, un meccanico vede aumentare il suo stipendio, a volte anche del 20% perché le sue competenze iniziano ad aumentare sempre di più. Inoltre, se si pensa che l’offerta è maggiore della domanda (purtroppo, in Italia in netto calo, come lutti i lavori manuali), è facile capire come le officine facciano quasi a gara per aggiudicarsi i migliori professionisti, rendendosi disponibili ad una maggiorazione della paga. Il tutto, senza porsi il minimo problema.

Le professioni del futuro

Se il meccanico non piace ai giovani d’oggi, sorge spontaneo chiedersi in quale direzione soffi il vento per ie nuove leve. La passione è rivolta a lavori totalmente diversi. Il 71% considera l’infiuencer come il lavoro dei sogni. Al secondo posto, con preferenze pari al 48%, troviamo il fashion blogger. Infine, a concludere il podio, c’è un’altra professione attinente al mondo della moda che piace alla nuova generazioni: quella dello stilista con preferenze pari al 36%. La cosa, d’altronde, non desta stupore alcuno. Non è forse l’Italia il Paese per antonomasia nel comparto della moda?

Appena fuori dal podio, come mestiere dei sogni troviamo lo chef. 31% delle preferenze. In questo caso, non ci sono dubbi sul fatto che i programmi di cucina. che tanto hanno successo in televisione, abbiano influito in maniera decisiva sulle risposte. Forse, però, i giovani d’oggi non si rendono conto di quanto sia complessa questa professione. Non si rendono magari conto degli anni di esperienza necessaria in cucina, prima di arrivare a dirigerne una in un ristorante. Magari sottovalutano il fatto che per accrescere le compalenze culinarie, le esperienze all’estero sono oggigiorno imprescindibili. Che dire poi del fatto che quando tutti sono a tavola, felici e contenti, spesso anche in vacanza, allo chef tocca lavorare? Quesiti di difficile risposta che non riescono a giustificare il perché questa professione, davvero complessa, sia cosi tanto ambita. Quinto e sesto posto se lo aggiudicano rispettivamente il designer di automobili e l’avvocato che ottengono comunque un lusinghiero 27% e 22%. Più sotto il medico, mestiere che solo il 7% dei giovani intervistati definisce come il lavoro della loro vita. Eppure, fino a neanche troppi anni addietro, salvare vite umane, era la massima aspirazione per chi voleva entrare nel mondo del lavoro. Si vede praprio che i tempi sono cambiati, specie se si pensa che il 17% dei giovani intervistati considera il tronista come il lavoro dei sogni.

Un vento della modernità, quello in questione, che farà storcere il naso a molti italiani. Sia quelli che magari un lavoro non ce l’hanno che quelii che  puntualmente si arrabbiano, perché sono costretti a portare spesso la propria auto dal meccanico e che ogni volta sono costretti a pagare un occhio della testa. Anche per il più insignificante dei lavori. Insomma, quando si tratta di lavori manuali, i giovani d’oggi in Italia hanno le idee chiarissime: non li vogliono svolgere, perché considerati eccessivamente faticosi e non retribuiti in base alle loro aspettative.

 

[1] Studio realizzato in occasione dell’Autopromotec, 28° Biennale Internazionale delle Attrezzature e dei Post-Vendita Automobilistico.